Per un paziente neurologico, la prima visita neuropsicologica presso il centro Healthy Brain Institute è un momento di grande importanza perché si valutano approfonditamente non solo i disordini delle funzioni cognitive e/o le alterazioni dei processi emotivo-emozionali che il paziente manifesta, ma anche l’evoluzione nel tempo di tale sintomatologia tramite un’apposita valutazione neuropsicologica rivolta al paziente e specifiche interviste strutturate o semi strutturate rivolte al caregiver. Come spiega la neuropsicologa Sonia Bonnì, la valutazione del paziente, sia a scopo diagnostico che prognostico, segue il seguente schema:
- un’approfondita anamnesi cognitivo-comportamentale
- la somministrazione di un’apposita batteria neuropsicologica
- il colloquio/l’intervista con i familiari.
I deficit cognitivi presentati dai pazienti neurologici sono diversi in funzione del danno cerebrale alla base. Nella malattia di Alzheimer, ad esempio, il paziente mostra già in fase iniziale difficoltà nel ricordare nuove informazioni; questo accade perché le aree cerebrali che sottendono i processi di apprendimento sono le prime ad essere coinvolte dalla neurodegenerazione. In altre forme di demenze, le difficoltà di memoria, pur apparentemente manifestandosi in modo simile, possono essere attribuite alla compromissione di differenti aspetti dei processi di memoria; in questo caso, il paziente può non ricordare spontaneamente un’informazione, pur avendola appresa e riuscire, invece, a recuperarla tramite un input, un indizio esterno. Le modalità in cui si manifesta il sintomo, e come questo evolve nel tempo, se correttamente interpretate, portano l’esperto ad una diagnosi accurata. È per questo che l’analisi dei sintomi e dei comportamenti è tanto rilevante.